Borsetta in vela ricilata di Relations de voyages

 

 

Il celebre incontro fra il re Salomone e la regina di Saba flotta ancora fra Legenda e Storia. Le Kebra nagast epica narrazione etiope, il Corano, la Bibbia, le scritture ebraiche, lo raccontano, gli storici dell’Africa e della penisola arabica lo hanno analizzato, Haendel l’ha celebrato in un oratorio, Raffaello, Tintoretto lo hanno dipinto, Antelami l’ha scolpito, fino a qui a Parma sul Battistero.
Quanto agli archeologi che forano i misteri, liberano le sabbie e grattano le pietre, si ostinano a rinnovare domande di autorizzazione di scavi, pronti a raccogliere e disegnare la minima impronta. Per ora, dal X secolo avanti Cristo, nessuna traccia tangibile della regina è stata rivelata.
Reale o virtuale, faccia a faccia a scopo diplomatico e commerciale o operazione seduzione guidata da una Upupa, l’incontro fra l’uomo più potente dell’epoca e Bilqis l’adoratrice del Sole e della Luna, regina d’Arabia felice e fertile irrigata grazie alla diga di Marib, a suoi ingegneri, suoi architetti, suoi coltivatori di incenso e mirra, simbolizza la conversione a la fede dominante. E cosi che vivono gli uomini ? Si.
Ma il Sole e la Luna hanno insabbiato la regina di Saba, il suo palazzo, le sue ricchezze, le sue 3579 borse bianche venute da altrove, sotto un terreno arido da entrambi i lati del Mare rosso. Ah.
Borsa a terra, tavolo da disegno stivata, gli archeologi affilano le loro matite e regolano i radar che permetterebbero adesso di “conoscere” senza toccare i resti del mistero

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