Pantelleria, figlia dei venti del Mediterraneo

Quando si formò il mare Mediterraneo, una piccola isola appena emersa nel bel mezzo del canale di Sicilia fu accarezzata dai venti.

Per molto tempo sola e nera di lava, raccoglieva dei semi, degli uccelli, delle uova di tartarughe.

Più tardi, i venti vi deposero degli uomini, i Sesi tagliatori di ossdiana, poi degli intrepidi marinai fenici, dei Vandali stravolti, dei monaci Bizantini, degli Arabi coltivatori di cotone e costruttori dei dammusi -chiamavano l’isola Bent-al-Rhia fille du vent- ; altri venti guidarono dei Normanni venuti dal grande Nord, dall’Ovest sbarcarono degli Spagnoli, dei Borboni; oggi l’isola è italiana e si può arrivare in aereo da Roma  o da Milano.

L’isolamento, i venti, le scogliere, gli abitanti coscienti del loro tesoro, gli innamorati dell’isola, preservano la sua bellezza selvaggia. Ci vuole della pazienza e la padronanza del salato per preparare i capperi al palato dei buongustai – hanno la reputazione di essere i migliori. Ci vuole della pazienza e il senso della dolcezza per animare il ” passito” questo vino ambrato, antico di cui si dice che un generale Cartaginese diffuse la ricetta del “passum”.

E saper guardare il cielo per offrire questo favoloso luogo di ritiro e meditazione  come ” Monastero” fondato dal fotografo Fabrizio Ferri.

Dietro al cappero di Relations de voyages (e del quale  i fiori scapperanno alle mani dei coltivatori panteschi), la borsa con la vela riciclata della collezione P/E 2015 con l’occhiello ossidato dagli spruzzi marini riconoscerà,  una volta nella boutique di Maria Cristina “Alle Volte” in via Roma 27 ( 0923 911861), il sapore dei venti che spazzano il Mediterraneo?

 

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