ARGO

Una Conchiglia come le altre.
Non proprio. “Argonauta Argo” è il nome di un intimo legame tra un elegante scheletro esterno e un mollusco marino, intelligente, veloce con le sue due vele* e ricco di una risorsa mitologica prodotta da una ghiandola misteriosa.
Si diceva, nelle isole, che ogni anno a fine estate, gli argonauti-argo si ritrovavano e rilasciavano nel Mediterraneo, qualche sostanza della preziosa risorsa insieme a storie, spermi e lacrime.
Certo, Omero lo sapeva. Sarà l’Argonauta-argo ad ispirare la sua nave e il periplo delle Argonauti nell’Odissea: un equipaggio di ottantasette individui, dei come Eracle, uomini tra cui cinquanta rematori e donne come Medea, condurrà Argos e Giasone alla ricerca del vello d’oro, dalla Tessaglia alla Colchide all’Est del Mar Nero (la Georgia attuale). Sulla via del ritorno, Argo salirà o scenderà i fiumi Danubio, il Po, il Reno e il Rodano. Di nuovo in alto mare, sarà assalito da una brutta tempesta invernale ; sbattuti sulle coste della Libia gli uomini saranno anche costretti a portare la nave sulle spalle attraverso il deserto.
Ma grazie a Omero e alla nave Argo che li portó nel suo ventre per quattro mesi, gli uomini sopravvissero a dure prove, diventarono eroi e così, attraversarono i tempi.

Oggi, fine estate, solo dove arrivano le onde: sulle rive bianche del Mediterraneo e quelle tan-bark dei Laghi, narratrice e narratore rilasciano nelle orecchie dei bambini straordinarie aventure di marinai, di nave, di vele strapazzate ** da venti furiosi, di isola che non c’é, di costellazione stellare da cercare nel cosmos.

*argonauta in greco antico significa veleggiare
** e noi le ricuciamo … per non perdere il filo delle leggende.

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